venerdì 26 ottobre 2012

Lambrusco di Modena



Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi


La storia del Lambrusco parte da lontano e racchiude dentro di sè il fascino delle prime testimonianze dei poeti e degli scrittori del’età classica (Virgilio, Catone, Varrone) che nelle loro opere raccontano di una “Labrusca vitis”, ovvero un vitigno selvatico che produceva frutti dal gusto aspro e che soleva crescere ai margini delle campagne. Il Lambrusco, un vino rosso che può essere frizzante o spumante, il colore rosso rubino brillante, da servire a 12-14 °C per cogliere appieno fragranze e profumi, è nato a Modena e da qui si è diffuso sui mercati nazionali ed esteri.

Il Lambrusco si fa condurre dal suo istinto quando con movenze feline esprime la sua vitalità nel momento in cui viene versato nel calice: dalla spuma evanescente si sprigionano una moltitudine di emozioni nelle quali riconosci la maestosa bellezza della natura.

Modena va a braccetto con il Lambrusco, di certo sono fatti l’uno per l’altro: nella trasparente esuberanza del Lambrusco trovi la simbologia del territorio che partendo dallo stile semplice e asciutto delle chiese romaniche, attraversa la succulenza dei cibi per arrivare al glamour elegante delle autovetture sportive.

Diversi sono gli elementi dai quali si coglie l’importanza che ha la vitivinicoltura a Modena, gli 8.000 ettari di superficie vitata, l’azienda vinicola più antica della regione Emilia-Romagna, la presenza della cantina sociale più antica d’Italia in attività, tre cantine sociali che hanno festeggiato il centenario della loro fondazione, ma soprattutto il fatto che la vitivinicoltura a Modena significa “Lambruschi DOP”, ovvero vini a Denominazione di Origine Protetta.

A Modena si producono il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Salamino di Santa Croce, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, il Lambrusco di Modena, e si può tranquillamente affermare che Modena è il territorio dei Lambruschi DOP.

Storia e caratteristiche

Il Lambrusco è un vino dalle caratteristiche particolari, inimitabile, del tutto originale, straordinario e forse unico tra tutti i vini contemplati dall'intera enologia. Pensate: un vino rosso... frizzante!
Probabilmente, l'insieme delle sue peculiarità è il risultato dello straordinario compendio delle terre, del clima e del carattere delle genti emiliane: uno strano impasto di cordialità, generosità, ma anche di schiettezza e di franchezza.
Un prodotto del quale in tutta l'Emilia, ed in particolare qui a Modena, si va particolarmente fieri e con cui si è instaurato un rapporto che non è solo di consumo, ma anche affettivo. Già, proprio a Modena in modo particolare. Perché Modena è la culla di origine e la vera patria del Lambrusco, come testimonia un'ampia raccolta di documenti storici. Ma esiste un secondo motivo per cui in questa città siamo orgogliosi, ed anche un poco gelosi, del nostro Lambrusco: Lambrusco è il nome di un gruppo di vitigni di matrice comune, tra loro simili, ma non identici, ed è proprio a Modena che si sono evolute quelle qualità di uve da sempre considerate le più nobili, l'autentica aristocrazia del Lambrusco, quelle varietà - così precisamente individuate dalle testimonianze storiche - che a buon diritto possiamo considerare gli "antenati" deiLambruschi DOP tutelati e valorizzati dal Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi.
Con un carattere così allegro e gioviale, gradevole, versatile e quindi sempre all'altezza di ogni situazione, il Lambrusco è riuscito ad affermarsi con successo anche al di fuori di questa terra emiliana che lo ha visto nascere.
Non a caso è divenuto in breve - a partire dagli anni '70 - il vino italiano più conosciuto e bevuto nel mondo. E' un vino simpatico, che conquista, e con la sua spuma briosa mette allegria.
Di antiche e nobili origini ha subito, nel corso degli anni, una lenta evoluzione che non ha prodotto modifiche sostanziali alle sue particolari caratteristiche, limitandosi invece ad affinarle ed esaltarle.


Aziende consorziate:

Chiarli 1860
Cantina di S. Croce
Cantina Sociale di Limidi, Soliera e Sozzigalli
Cantina Settecani - Castelvetro
Cantina Sorbara
Cantina di Carpi
Cavicchioli U. & Figli Srl
Cantina Sociale Formigine Pedemontana
Cantine Riunite & CIV
C.A.V.I.R.O.
Cantina Sociale Masone-Campogalliano




Vigilare sulla qualità                                                            

Controllo qualità

Il principale compito istituzionale del Consorzio è quello di promuovere e divulgare l’immagine dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Lambrusco di Sorbara”, “Lambrusco Salamino di Santa Croce”, “Lambrusco Grasparossa di Castelvetro” e “Lambrusco di Modena”.
Tra le attività consortili grande importanza riveste pertanto il controllo analitico e sensoriale su tutte le partite di Lambrusco Doc prodotte dalle aziende consorziate (che rappresentano circa l’85% della produzione in provincia di Modena).
Per affermare l’autenticità del prodotto il Consorzio ha scelto come marchio il rosone del duomo di Modena, simbolo di tradizione ma anche garanzia di origine del prodotto.
A garanzia della qualità, il Consorzio controlla ogni anno partite di Lambruschi Doc per oltre 25 milioni di bottiglie, attraverso l’attività del proprio Comitato Tecnico.



Comitato Tecnico

Il Consorzio, come da Regolamento, per la verifica di qualità dei Lambruschi Doc imbottigliati dalle aziende consorziate si avvale della collaborazione del Comitato Tecnico.
Il Comitato Tecnico del Consorzio è composto da un numero variabile tra dodici e diciotto membri scelti tra gli enologi e gli enotecnici che prestano la propria attività in provincia di Modena; possono far parte del Comitato Tecnico (in numero non superiore a un terzo rispetto al numero complessivo) anche enologi o enotecnici non più in attività che abbiano comunque svolto il proprio lavoro in provincia di Modena.
Il Comitato viene nominato dall’Assemblea e dura in carica tre anni; alla sua scadenza potrà essere riconfermato e durante la sua durata modificato con delibera del Consiglio da sottoporre a ratifica della prima Assemblea successiva a tale delibera.
I compiti del Comitato Tecnico sono:
a) di carattere generale quale organo di consulenza tecnico-legislativa;
b) di carattere specifico per gli esami ed i controlli dei vini.
All’inizio dell’anno il Comitato Tecnico designa un proprio rappresentante che presenzierà quale uditore alle sedute del Consiglio direttivo, per mantenere con questo il più stretto collegamento.
Il Comitato si costituisce in tre commissioni, composte da un numero variabile da quattro a sei membri, che vengono ricomposte ogni sei mesi e che operano alternativamente presso la sede del Consorzio. Periodicamente vengono anche effettuate riunioni collegiali.

Durante le sedute di commissione (v.galleria fotografica) il Comitato Tecnico effettua l’esame sensoriale su campioni anonimi, prelevati presso i consorziati e preventivamente sottoposti ad analisi.
Per l’esame di ogni campione tutti i componenti della commissione compilano una scheda di degustazione; il punteggio medio risultante dalle schede sarà poi riportato su un unico modulo che dovrà essere sottoscritto da tutti i componenti la commissione e indica se il vino è idoneo a fregiarsi dei marchi o contrassegni consortili, che saranno poi applicati alle bottiglie di Lambrusco Doc destinate al consumo.

Il Comitato Tecnico del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi ha iniziato la sua attività nel 1970: ha pertanto raggiunto il prestigioso traguardo dei quarant’anni di attività.

Grazie alla continuità dei controlli eseguiti dal Comitato Tecnico in tutti questi anni, si è instaurata una sana e leale competizione tra le aziende vinicole consorziate che ha permesso un costante e graduale miglioramento qualitativo nella produzione dei Lambruschi Doc modenesi e una garanzia di qualità per il consumatore.
Nei suoi quarant’anni di attività si sono avvicendati quali componenti del Comitato Tecnico parecchi enologi; attualmente il Comitato è composto da quindici enologi:
Boni Maurizio, Bortot Ivan, Bottazzi Claudio, Cavicchioli Sandro, De Biasio Franco, Facchini Marco, Faccin Michele, Friggeri Villiam, Giacobazzi Gian Carlo, Lini Massimo, Paltrinieri Franco, Ragazzoni Luca, Reggiani Erennio, Reggianini Maurizio, Rossetto Michele.

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