venerdì 26 ottobre 2012

Anche l’Italia avrà presto la sua birra (quasi) trappista






Frater Francesco, birraio del monastero, con il suo nuovo impianto

   

  Calma, calma, calma. Questo articolo non è un pesce d’aprile e, lo ammetto, il suo titolo è consapevolmente costruito per creare clamore. Eppure, vi stupirà sapere che la realtà dei fatti non è così lontana da quanto possa sembrare. Ma andiamo con ordine. Durante la mia quotidiana rassegna stampa birraria, questa mattina mi sono imbattuto in un paio di articoli pubblicati su altrettanti siti di informazione locale umbra. In entrambi i casi si parlava di birra artigianale prodotta dai monaci benedettini del Monastero di Norcia. Solitamente accolgo certe notizie con un certo scetticismo, però proseguendo nella lettura ho notato che tutto filava liscio, senza particolari incongruenze. Incuriosito, sono quindi andato sul sito della comunità benedettina, dove ho trovato conferme direttamente sul notiziario dei frati (pdf). Le indiscrezioni si sono quindi rivelate vere: a breve nel Monastero di San Benedetto sarà prodotta birra artigianale!

Il debutto dei frati di Norcia nella produzione brassicola è un evento che coinvolge tre diverse nazioni. Oltre all’Italia, infatti, la notizia ha a che vedere con gli Stati Uniti e il Belgio. Dagli USA sono arrivati i fondi per partire con il progetto: quattro famiglie americane hanno consentito ai monaci di mettere in piedi questa inedita attività attraversogenerose donazioni. Da Belgio invece arriva il know-how per cominciare: un “famoso birraio belga” si è offerto di aiutare i religiosi sviluppando una ricetta e supportandoli in fase di avviamento, per poi lasciare a loro tutto il lavoro e la vendita della birra.

E’ interessante notare come nel notiziario del Monastero si faccia espressamente riferimento alla scena birraria degli USA:


L’ondata di piccole fabbriche di birra che si è sviluppata in America all’inizio degli anni ’90 (e che continua a crescere) ha raggiunto l’Italia soltanto negli ultimi cinque anni. Perciò abbiamo deciso di essere tra i pionieri di questa industria in Italia e ci auguriamo che in tanti saranno disposti ad assaggiare la nostra birra.

Anche se non è il caso di considerare pionieristico un birrificio che debutta dopo almeno altri 400 già presenti in Italia, è curioso il cenno al movimento americano e la contestualizzazione della nuova attività dei frati in una visione internazionale della birra artigianale. Ci dovremo aspettare un’APA made in convento?

Sebbene non siamo al cospetto di frati trappisti – questi sono Benedettini, quelli Cistercensi della Stretta Osservanza – i caratteri del prossimo birrificio di Norcia ricordano quelli che abbiamo incontrato nei nostri viaggi in Belgio (e in Olanda): impianto di produzione all’interno del monastero, produzione quantomenosupervisionata dai monaci, birra di alta qualità (almeno nelle intenzioni) prodotta con ingredienti locali. In particolare i primi due aspetti sono quelli che permettono a una birra di fregiarsi del titolo diprodotto trappista – il terzo è la mancanza di lucro, che immagino sarà rispettato – ma, come detto, l’ordine monastico è diverso. Quindi, la birra dei Benedettini di Norcia non sarà trappista, sia chiaro.

Per la cronaca il birraio sarà Frater Francesco, che lavorerà su un impianto realizzato dall’azienda Lainox di Spoleto. I frati chiedono di pregare per la loro nuova avventura mentre chi fosse interessato può inviare loro una donazione con la dicitura “Per il Birrificio”.

Per il momento non ci sono altre notizie in merito, ma sarà interessante vedere come evolverà la vicenda. Intanto rimango con un dubbio opprimente: chi sarà il famoso birraio belga chiamato come consulente? Spariamo qualche nome a caso?

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